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Ricerca
Logistica

Bestack prima di tutto è definizione e certificazione di uno standard logistico. Dopo la definizione degli standard dimensionali per formato oggi Bestack è in grado di garantire con la certificazione volontaria di prodotto Bestack la perfetta impilabilità e prestazioni degli imballaggi dei propri soci che crea enormi vantaggi in tutta la filiera. L’Università di Bergamo ha stimato in centinaia di migliaia di euro annui il risparmio di una piattaforma che può contare su imballaggi tutti uguali, resistenti e garantiti indipendentemente dalla provenienza.

Ricerca Ambientale
ed Igienico/sanitaria

Bestack è orientamento all’ambiente. Con il Politecnico di Milano è stata condotta la prima ricerca di LCA sugli imballaggi di ortofrutta in Italia al fine di indagare gli ambiti di miglioramento, orientare le produzioni verso carte forestali certificate e confermare la posizione degli imballaggi in cartone ondulato come tipologia più sostenibile. L’igiene degli imballaggi e le impronte ecologiche saranno i prossimi ambiti indagati.

Ricerca
Economica

Bestack è analisi dei trend distributivi e di consumo per i propri soci e per i clienti dei propri soci grazie a specifiche analisi di mercato svolte in collaborazione con l’Università di Bologna.

Fra le ricerche sviluppate dal Consorzio Bestack, menzioniamo le seguenti, che è possibile richiedere, semplicemente contattandoci via e-mail:

La prima collaborazione fra il Consorzio Bestack e WWF ha portato ad uno studio che valuta la sostenibilità degli imballaggi nella filera ortofrutticola italiana.

E’ stato analizzato l’impatto ambientale dei principali materiali per imballaggio valutandone la produzione, la logistica e lo smaltimento utilizzando anche studi già presenti in letteratura, fra cui la ricerca del Politecnico di Milano “Analisi ambientale del ciclo di vita di materiali e cicli produttivi per l’imballaggio nel settore ortofrutticolo”.

Il Consorzio Bestack ha affidato al Politecnico di Milano uno studio che portasse ad un’analisi LCA per due sistemi di imballaggio per ortofrutta.

In particolare il Politecnico si è occupato di analizzare gli impatti ambientali legati ai sistemi distributivi che usano i due tipi di imballaggi in esame, superando la logica di concorrenza fra materiali ma cercando di individuare  i parametri pertinenti per determinare l’impatto ambientale, confrontare i due sistemi nei vari scenari analizzati per valutare in quali condizioni l’uno e l’altro abbiano le migliori prestazioni ambientali, ovvero generino il minor impatto, individuare le maggiori criticità ambientali di ogni sistema per definire, in prima approssimazione, quali siano le direzioni progettuali perseguibili per rendere maggiormente sostenibile ogni sistema distributivo, fornire un modello generale per la raccolta dati e l’analisi del ciclo di vita dei due sistemi distributivi, creare la base di dati necessaria ad una successiva definizione delle priorità di intervento progettuale volto al miglioramento ambientale dell’uno e dell’altro sistema.

Questa ricerca segue lo studio del Politecnico di Milano “Analisi ambientale del ciclo di vita di materiali e cicli produttivi per l’imballaggio nel settore ortofrutticolo”, mantenendo lo stesso piano sperimentale, ma analizzando le specifiche dei principali sistemi di imballaggio nella commercializzazione di prodotti avicoli e di IV Gamma.

Nel 2011 il Consorzio Bestack inizia una collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università di Bologna al fine di valutare e migliorare l’impatto del materiale di imballaggio sui prodotti ortofrutticoli.

Il primo studio effettuato ha comparato la contaminazione microbiologica di imballaggi per ortofrutta in cartone ondulato e in plastica riutilizzabile utilizzati nella distribuzione italiana.

La ricerca ha valutato la qualità microbiologica degli imballaggi, per comprendere il rischio di contaminazione microbiologica della frutta, derivante dall’uso di un tipo di imballaggio, piuttosto che di un altro e in particolare sono stati comparati imballaggi in cartone ondulato con casse in plastica riutilizzabile ed è stata monitorata la qualità microbiologica dei medesimi imballaggi dopo un periodo di conservazione di diversi tipi di frutta.
La Water Footprint è definita come la quantità di acqua dolce necessaria per produrre uno specifico prodotto ed è oggi un valore sempre più importante per determinare l’impatto ambientale e la sostenibilità del prodotto stesso.

Uno studio di Assocarta ha misurato l’impronta idrica delle aziende italiane che producono cartone ondulato e ha messo in luce che dagli anni Settanta ad oggi questa si è ridotta dei tre quarti.

Da questo Bestack ha promosso uno studio, condotto dal Politecnico di Miliano, che misurasse la Water Footprint degli imballaggi in cartone ondulato e l’impatto che questa ha sull’intera filiera ortofrutticola.

Questa ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze degli Alimenti, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, e dal Consorzio Bestack ha l’obiettivo di comprendere meglio il contributo dell’imballaggio alla contaminazione microbiologica dei prodotti ortofrutticoli,dando seguito agli studi iniziati con la ricerca del 2011 “Valutazione della qualità microbiologica degli imballaggi utilizzati per l’ortofrutta”.

In questo contesto per meglio comprendere le dinamiche dell’eventuale trasferimento dei microrganismi dall’imballaggio alla frutta, è stato effettuato un Challenge-test, che consiste nella deliberata contaminazione dell’imballaggio con cariche note di microrganismi noti. Nel caso specifico abbiamo considerato come microrganismo target un ceppo non patogeno di Escherichia coli e come frutta target le pesche perché altamente deperibili.

Dopo un adeguato periodo di conservazione, il ceppo inoculato è stato ricercato direttamente nella frutta contenuta negli imballaggi appositamente contaminati, utilizzando tecniche di conteggio tradizionali in grado di differenziarlo dalla microflora endogena della pesca.

Nel 2012 il Consorzio Bestack ha svolto delle visite presso i mercati ortofrutticoli di Catania, Fondi, Bologna, Torino, Milano e Verona.

Grazie a tali visite e ad interviste agli opratori dei mercati  abbiamo redatto un report di sintesi dove sono indicate, sia per ogni mercato ortofrutticolo che in termini assoluti, le principali caratteristiche degli imballaggi utilizzati.

In particolare abbiamo evidenziato per le principali tipologie di imballaggio:

  • la percentuale di utilizzo
  • le principali caratteristiche con vantaggi e svantaggi percepiti dagli operatori
  • i principali formati utilizzati
Quando gli imballaggi non vengono movimentati e stoccati in condizioni appropriate i livelli di contaminazione microbica possono aumentare drammaticamente incrementando il rischio di trasferimento di microrganismi degradativi, patogeni o tossinogeni ai prodotti confezionati.
Tuttavia l’analisi critica della letteratura indica l’assoluta mancanza di dati sul ruolo effettivo dell’imballaggio come sorgente di microrganismi negli alimenti.
Da tali premesse è nato lo stimolo per Bestack, in collaborazione con il Campus di Scienze degli Alimenti dell’Università di Bologna, a contribuire al miglioramento delle pratiche di confezionamento con uno studio sull’influenza dei materiali di imballaggio sulla qualità microbiologica dei prodotti ortofrutticoli.
In particolare con il presente studio abbiamo analizzato come la scelta di utilizzo di una tipologia di imballaggio rispetto ad un’altra, partendo da imballaggi con stesse condizioni microbiologiche e analizzandoli nelle medesime condizioni ambientali, possa influrire sulla proliferazione di microorganismi degradativi sul prodotto ortofrutticolo contenuto.

Lo studio affidato dal Consorzio Bestack ad Agroter ha lo scopo di analizzare i costi di confezionamento  in imballaggi in cartone ondulato e in plastica riutilizzabile di diversi prodotti ortofrutticoli al fine di far emergere evetuali risparmi per il produttore nell’utilizzo di una o dell’altra soluzione.

I costi considerati nell’analisi sono:

  • Costo deposito
  • Costo gestione amministrativa e finanziaria
  • Costo montaggio/apertura
  • Costo riempimento
  • Costo pallettizzazione
  • Costi vari

L’analisi affidata dal Consorzio Bestack ad Agroter ha lo scopo di valutare il possibile risparmio di costi dovuto all’allestimento del reparto ortofrutta con supporti inclinati e imballaggi in cartone ondulato rispetto alla tradizionale esposizione ad isole orizzontali. Gli elementi consierati per l’analisi costi/benefici sono :

  • Spazio a terra
  • Metri quadri utilizzabili
  • Referenze gestibili in base alle rotazioni
  • Costi di layout delle strutture
  • Effetti gestionali in termini di tempi e costi

L’ultima attività di collaborazione tra Bestack e WWF Italia si è concretizzata in uno studio di filiera per verificare il grado progressivo di impiego delle carte certificate da parte delle aziende facenti parte del consorzio che negli ultimi anni hanno ottenuto la certificazione FSC (ente non governativo che ha creato negli anni un sistema di controllo basato su stringenti regole di produzione e utilizzo del legname) e PEFC (marchio nato successivamente e creato dai gestori forestali europei).

Le certificazioni di gestione forestale, infatti, garantiscono che la produzione di legno da cellulosa per l’impiego nell’industria cartaria prima, e nella produzione dell’imballaggio poi,  sia realizzata da foreste gestite in maniera sostenibile.

Lo studio ha analizzato la quantità di carta certificata acquistata dalle aziende socie del Consorzio Bestack dal 2011 al 2013, verificando il trend di crescita e definedo gli obiettivi da raggiungere nel breve periodo per avere imballaggi sempre più certificati ed ecosostenibili.

Lo Studio condotto dall’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari di Cesena, in collaborazione con il Consorzio Bestack mira a realizzare imballaggi innovativi in cartone ondulato in grado di aumentare la shelf life dei prodotti ortofrutticoli contenuti.

La prima fase della sperimentazione si è concentrata sugli aspetti innovativi della produzione di cartone ondulato, e in particolare sulla definizione dei composti naturali antimuffa, con diversi gradi di quantità e concentrazione, da inserire nell’imballaggio. Successivamente sono stati analizzati in laboratorio gli effetti sulla frutta confezionata e il perdurare nel tempo di questi benefici. La seconda fase è stata l’applicazione a un caso reale e ha previsto la realizzazione di campioni di imballaggi innovativi e il loro utilizzo per il confezionamento presso uno dei principali produttori di frutta e verdura in Italia. I risultati ottenuti in questa fase hanno evidenziato che l’effetto degli antimicrobici permane da 15 a 30 giorni ed è legato alla loro volatilità. Inoltre è stato testato uno specifico prototipo di imballaggio innovativo per migliorare la shelf-life di mele e pere. Più specificatamente, in questa parte della sperimentazione sono stati considerati e comparati tre diverse tipologie di imballaggio in cartone ondulato: il tradizionale, il tradizionale innovativo e un imballaggio totalmente innovativo.

Successivamente mele e pere sono state confezionate nelle tre tipologie di imballaggio presso uno stabilimento di lavorazione di frutta e verdura, secondo le modalità standard e in tempi diversi, al fine di valutare le potenzialità nel tempo delle tre tipologie. La frutta confezionata in tempi diversi e stoccata in differenti tipologie di imballaggio è stata mantenuta a temperatura ambiente presso il centro di confezionamento. A tempi prestabiliti, la frutta confezionata è stata sottoposta ad analisi microbiologica e a ispezione visiva. Inoltre sono stati allestiti alcuni panel test al fine di valutare eventuali differenze organolettiche tra la frutta stoccata in imballaggi tradizionali, tradizionali attivi e innovativi attivi.

Lo Studio condotto dall’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari di Cesena, in collaborazione con il Consorzio Bestack verifica la rispondenza dei risultati di laboratorio sull’efficacia degli imballaggi attivi in cartone ondulato in un contesto reale.

La sperimentazione durata 3 mesi ha considerato tre prodotti orotofrutticoli ad alta deperibilità, fragole, albicocche e nettarine, e le 4500 analisi effettuate hanno dimostrato che gli imballaggi attivi (additivati con una miscela di oli esenziali naturali) garantiscono un aumento della shelf life dei prodotti fino a tre giorni. Questo aumento della shelf life porta ad una riduzione degli scarti che va dal 8% al 10%, riduzione che applicata alla vendita di prodotti ortofrutticoli in Italia equivale a circa 750.000 tonnellate di prodotto non buttate

Oltre a questo è stata dimostrata la maggiore efficacia degli imballaggi attivi ad alte temperature che permette di contrastare gli effetti negativi dovuti al non montenimento della catena del freddo.

Per consultare la presentazione completa clicca sul seguente link PRESENTAZIONE IMBALLAGGI ATTIVI

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